A quattro anni dal decollo operativo dei Fondi Interprofessionali è tempo di avviare una riflessione sulle strategie della formazione continua in Italia e sul ruolo svolto dai Fondi. L’investimento nel capitale umano è essenziale soprattutto in periodi di grande turbolenza come questo. E’ stato dimostrato che l’innalzamento di un anno del livello di istruzione medio della popolazione si traduce in un aumento del tasso di crescita del 5% a breve termine e di un altro 2,5% a lungo termine.
L’istruzione ha un impatto positivo non solo sull’occupazione, ma anche sulla salute, sull’inclusione sociale e sulla cittadinanza attiva. Perciò la qualificazione dei nostri giovani e il continuo accrescimento di competenze degli adulti devono essere per tutti una priorità. La ricchezza del nostro Paese non giace nel sottosuolo: la nostra ricchezza è il sapere. Se analizziamo lo scenario attuale, constatiamo che la partecipazione alla formazione continua di persone con un livello di formazione minimo, è al di sotto della media. Inoltre le imprese che si occupano stabilmente dello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti rappresentano in Italia una quota ridotta nel sistema economico.
Gli investimenti in formazione riguardano prevalentemente le grandi e medie imprese ed in misura ancora insoddisfacente le piccole. In futuro, solo la formazione continua potrà offrire vere opportunità al numero crescente di lavoratori anziani. A fronte di una platea di beneficiari già vasta, le risorse risultano insufficienti. In questo senso occorre intensificare gli sforzi per una programmazione coerente tra i soggetti interessati: Fondi Paritetici Interprofessionali, Ministero del Lavoro, Regioni e Province.
I Fondi Paritetici Interprofessionali sono stati concepiti come strutture di servizio per facilitare l’utilizzo di risorse economiche e moltiplicare l’impatto sulle aziende e sui lavoratori, come secondo pilastro del sistema. For.Te. pone al centro la diffusione di una cultura capillare della formazione continua, superando differenze dimensionali, settoriali e territoriali, conciliando il carattere mutualistico dell’azione con le reali aspettative di aziende e lavoratori e avendo presente il ruolo della bilateralità.
I risultati finora conseguiti ci consentono di affermare che abbiamo svolto un buon lavoro. Sono quasi 100.000 le aziende che hanno scelto For.Te. Abbiamo erogato 230 milioni di euro a favore delle iniziative formative promosse dalle aziende, dai territori e dai settori e attraverso il Fondo sono state erogate complessivamente 14 milioni di ore di formazione. Ma non si tratta solo di fare un’analisi quantitativa, quanto piuttosto di guardare ai nuovi obiettivi che il Fondo intende porsi, per rispondere in maniera ancora più incisiva alle aspettative delle imprese e dei lavoratori. In tal senso, svilupperemo, nel corso del 2009, una ricerca che avvia una nuova fase del nostro Fondo e che non a caso si intitola “Innovare la formazione per migliorarne la qualità”.
Ci confronteremo con le altre esperienze italiane ed europee e gli altri strumenti di finanziamento nazionali ed analizzeremo gli interventi formativi finanziati, per valorizzare pratiche e metodi seguiti. I risultati della ricerca saranno un ulteriore indicatore per le strategie di sviluppo del Fondo e la programmazione che ne deriverà. Peraltro, l’esigenza di arricchire l’offerta che For.Te. può offrire ai propri associati ha portato all’istituzione del “Conto Formazione Azienda”, attraverso il quale le aziende che lo vorranno potranno accedere alle risorse con una modalità aggiuntiva, che avvicinerà i tempi della programmazione a quelli della realizzazione degli interventi formativi. Grazie alle esperienze maturate abbiamo anche apportato importanti modifiche all’Avviso 1/09 partito in questi giorni.
Puntiamo alla semplificazione delle modalità di presentazione, di valutazione e di approvazione dei Piani Formativi, a una maggiore flessibilità e alla riduzione dei tempi di attesa delle aziende. Si avrà anche un’intensificazione nell’attività di assistenza tecnica, che dovrà risultare ancora più efficiente rispetto al passato. Per questi motivi, ci sentiamo inseriti a pieno titolo nello scenario del 2009, proclamato anno europeo dell’innovazione e della creatività e, quindi, ci proporremo come elemento chiave di una società culturalmente diversificata e basata sulla conoscenza. In tale ottica, For.Te darà vita a un processo che,nel 2009 e negli anni a venire, sarà caratterizzato da grande attenzione al destinatario e all’utilizzatore dei nostri servizi, ovvero alle aziende aderenti ed ai lavoratori.
Intendiamo rafforzare e sempre più migliorare i nostri strumenti di comunicazione e fare del Fondo un luogo di informazione, di confronto e di approfondimento. Tuttavia, per essere al passo con i tempi che cambiano non possiamo giocare da soli. C’è bisogno di un coinvolgimento complessivo che veda ciascuno impegnato per la propria parte: il Decisore Politico, le Istituzioni, le Parti Sociali, e tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese. Per quel che ci riguarda sono sicuro che riusciremo a ottenere buoni risultati se, oltre che sul nostro impegno, potremo contare sul sostegno di tutti quelli che con noi condividono l’obiettivo di diffondere una formazione continua di qualità.
Sergio Rebecca
Presidente di For.Te.