Nell’ambito della ricerca su Il ruolo dei fondi interprofessionali nel 2010 e le prospettive evolutive, condotta per For.Te. da Adapt sotto la direzione scientifica del prof. Michele Tiraboschi, è stato sottoposto all’esame del Cda un primo Rapporto.
Questo si propone di valutare in che modo l’attività di For.Te. sia riconducibile alle indicazioni strategiche contenute nelle Linee guida per la formazione nel 2010 e di fornire spunti progettuali per lo sviluppo della formazione continua gestita dalle Parti sociali.
Nelle Linee guida, sottoscritte da Governo, Regioni, Province autonome e Parti sociali sono segnalate cinque priorità: a) un sistema basato sui fabbisogni professionali; b) una formazione per “competenze”; c) la formazione in azienda; d) la formazione degli adulti; e) la validazione e certificazione delle competenze, in esito ai percorsi di formazione.
Con le Linee guida si apre un ampio e ricco scenario per ridefinire il modo di fare formazione in Italia, ”sia in vista dell’uscita dalla crisi economica e finanziaria ma anche e soprattutto con riferimento al futuro delle relazioni sul lavoro”.
Oggi i Fondi interprofessionali si collocano in un contesto, nazionale e internazionale, minacciato dalla scarsità di risorse, da cicli economici instabili e da un mercato del lavoro sempre più dinamico “rispetto al quale è decisivo l’investimento – lungo tutto l’arco della vita – nel capitale umano, riconosciuto come leva strategica per la crescita economica, l’occupazione e gli obiettivi sociali”.
Uno prospettiva plausibile vedrebbe i Fondi collocarsi quale “baricentro del panorama degli attori coinvolti nel mercato della formazione, ossia veri e propri “cervelli” della formazione”.
Le risorse potrebbero essere gestite “in vista dello sviluppo delle carriere professionali delle persone, in funzione dei loro fabbisogni formativi e delle richieste del mercato del lavoro, da raccogliere ed elaborare su base settoriale e territoriale”. La gestione del ciclo di formazione “si completerebbe con il riconoscimento, la valutazione e la certificazione degli esiti di apprendimento, cioè delle competenze, da gestire su base multilaterale, al fine di garantire qualità e ampia riconoscibilità nel mercato del lavoro”.
Il Rapporto intende offrire spunti ed evidenze per riflettere su questi problemi e valutare verso che direzione possono muovere la missione e il funzionamento dei Fondi interprofessionali, e di For.Te. in particolare.