In che modo l’iniziativa parlamentare può sostenere lo sviluppo in Italia della green economy?
Dal punto di vista economico certamente la green economy costituisce un ottimo trampolino di lancio e “rilancio” dell’economia, visto il delicato momento di depressione che sta attraversando il nostro Paese. Già abbiamo assistito a diversi casi positivi, penso ad esempio alle nuove società nate attorno al fotovoltaico, proprio per la produzione nazionale di pannelli solari o altra componentistica. Le fiere di questo settore sono le uniche che segnano grandi momenti di espansione, di incremento di volumi di affari e anche di fantasia innovativa, per cui la gamma dei prodotti che ruota attorno alle rinnovabili è sempre in espansione. L’iniziativa parlamentare è indirizzata fortemente verso l’ideazione di nuovi sistemi di incentivazione. Questi devono puntare su un obiettivo più proficuo in termini di riqualificazione dei consumi, coinvolgendo individui e famiglie nel modello dell’autonomia energetica diffusa in cui singoli, famiglie e tessuto imprenditoriale possano progredire dalla posizione di consumatore verso quella di produttore.
Che ruolo è destinato ad assumere il Fondo di rotazione del Protocollo di Kyoto?
Può certamente svolgere un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Il fatto stesso che in pochissimi giorni le domande per accedere al Fondo di rotazione, di cui al dlgs. 28 del marzo 2011 (attuativo delle direttive europee sull’ambiente) abbiano superato le risorse disponibili fa bene sperare per il futuro.
Si è calcolato che da questo cospicuo fondo di 600 milioni di euro si genererà un effetto moltiplicatore sugli investimenti di almeno il doppio dell’importo. Con la rigenerazione – la produzione di energia, di calore e di raffrescamento – si potrà ottenere un aumento di energia del 40 per cento che, sommato alle fonti tradizionali, porterebbe la quota all’80 cento. L’energia è parte fondamentale della politica economica sulla quale bisognerà continuare ad investire, con particolare riferimento alla ricerca e all’innovazione di nuovi sistemi di produzione di fonti energetiche rinnovabili, compatibili con l’ambiente.
Quali sono le iniziative promosse dalla Commissione Ambiente?
La Commissione ambiente ha avuto modo di esprimere al Governo le proprie valutazioni ed i propri orientamenti in sede di parere sul decreto legislativo n. 28 del 2011 e intende interloquire in modo stringente con lo stesso Governo circa i contenuti del decreto interministeriale attuativo sugli incentivi alle rinnovabili, anche se in questo caso non è previsto un parere formale. Inoltre, la Commissione dedica costante attenzione, con l’approvazione di risoluzioni trasmesse all’Unione europea, al processo di formazione degli atti comunitari concernenti le rinnovabili, così da far valere, nella fase ascendente di elaborazione della normativa europea, le esigenze del settore. La Commissione ha avviato anche un’indagine conoscitiva dedicata alle fonti rinnovabili. Questa si è articolata in un ampio e approfondito ciclo di audizioni e sta per chiudersi con l’approvazione di documento conclusivo nel quale saranno esposte le iniziative e le misure che la Commissione ritiene indispensabili per lo sviluppo del settore. Non ultimo è l’impegno profuso dalla Commissione e dai singoli parlamentari, in termini di proposte legislative e momenti di confronto.
Occorre definire una vera strategia della tutela del paesaggio, memoria e patrimonio inestimabile della nostra Repubblica, anche dinnanzi all’aggressione incondizionata e caotica delle installazioni legate all’energia rinnovabile, in cui si riscontra, sempre più sovente, un impatto ambientale pernicioso dovuto ad una totale assenza di pianificazione a livello locale. Per valorizzare la nostra grande ricchezza paesaggistica e di beni ambientali è necessario richiamare i Comuni alla loro responsabilità sul territorio, e con loro rinegoziare un organico Piano di Riqualificazione Ambientale ed Energetico che sia all’avanguardia.