Le rilevazioni Eurostat ed Istat sul mercato del lavoro mostrano come la disoccupazione italiana sia ai livelli massimi dal lontano 2004. Il tasso di disoccupazione generale raggiunge l’11 per cento, mentre quello giovanile supera il 35 per cento. Quasi un terzo in più rispetto al primo trimestre dello scorso anno, oltre 600mila disoccupati.
In Europa il tasso di disoccupazione è di poco superiore al 10 per cento e coinvolge 25 milioni di persone, di cui 17 fanno parte dei paesi dell’euro.
La differenza tra le nazioni europee è notevole: si passa dai dati dell’Austria, dell’Olanda e della Germania, fra il 4 e il 5 per cento, ai dati dalla Spagna ( più del 24 per cento), della Grecia ( più del 21 per cento) e del Portogallo ( intorno al 15 per cento).
Dal confronto tra il primo trimestre del 2011 ed il primo trimestre di quest’anno, emerge un incremento tendenziale significativo: 30 per cento di disoccupati in più. Uno dei peggioramenti più vistosi nell’area dell’ euro, che fa salire i disoccupati italiani a 2,8 milioni. Per i due terzi si tratta di persone che hanno perso lavoro negli ultimi dodici mesi, crescono però anche gli inattivi che non trovano un impiego.
Sull’andamento negativo, influisce soprattutto quanto è accaduto all’occupazione giovanile e femminile. La percentuale dei disoccupati giovani, salita al 35 per cento, è otto punti più alta dello scorso anno ( e pur sempre meno rispetto all’aumento di altre categorie di disoccupati). La media europea della disoccupazione giovanile è di circa il 22 per cento. Il punto di maggiore gravità riguarda tuttavia le donne del Mezzogiorno, che sono disoccupate nel 51 per cento dei casi.
Vale anche la pena considerare le differenze territoriali: nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione è del 17,7 per cento, più di tre punti in corso d’anno; nel Centro Nord è del 7,6 per cento, un punto e mezzo in più nello stesso periodo. In crescita, di circa 75mila unità, gli stranieri occupati, mentre gli occupati italiani calano di 155mila unità.
In questi mesi sono aumentati solo il lavoro a termine e a part time, a conferma di come il 2012 sia un anno terribile. Nel 2009 si è avuto un calo di circa 300mila lavoratori, nel 1992, altro anno negativo, la riduzione degli occupati fu di 400mila unità. 646mila disoccupati non si vedevano da molto tempo.