Competitività e capitale umano. Italia in ritardo su politiche attive e servizi per l’impiego

Dai dati resi noti dal Ministero del Lavoro si vede come in Italia la spesa per politiche attive del lavoro (formazione ed interventi per migliorare l’occupabilità) e per servizi per l’impiego sia, rispetto alla spesa per ammortizzatori sociali (politiche passive), in forte disequilibrio con il resto d’Europa.
In Europa la spesa per politiche passive è intorno al 45% sul totale, e quella per politiche attive e servizi per il lavoro intorno al 55%. In Italia la percentuale è invece invertita: circa il 58% di spesa per politiche passive ed il 42% per politiche attive e servizi per il lavoro.
Se poi esaminiamo gli investimenti per servizi per il lavoro abbiamo dati ancora più significativi. Nel resto d’Europa la spesa per servizi per il lavoro supera il 12%, mentre in Italia resta inferiore al 3%. Mentre in Europa abbiamo un operatore per l’inserimento al lavoro ogni cinquanta disoccupati – dato che scende ad un operatore ogni trenta disoccupati se consideriamo anche il sistema privato – in Italia abbiamo un operatore di servizi per l’impiego ogni duecento disoccupati, uno ogni centoquaranta considerando i privati. Se valutiamo la qualità degli interventi il dato è allarmante. Si spende poco, ma quel poco si spende male.
Può essere poi utile conoscere come le Regioni europee più competitive, si veda Report dell’Unione Europea sulla competitività (in www.ec.europa.eu/bepa), appartengano a paesi, come l’Olanda, la Germania o la Danimarca, che hanno un’alta spesa per servizi per il lavoro e per politiche attive, mentre le Regioni del nostro Mezzogiorno si collocano nelle posizioni finali, sia per competitività che per capacità e qualità di spesa per politiche attive del lavoro e servizi per l’impiego. Il punto di fondo è proprio il nesso sempre più stretto tra capitale umano, servizi per il lavoro e competitività. Nei paesi più competitivi si trova lavoro attraverso i servizi specializzati nel 40% dei casi: la preselezione del candidato competente è fondamentale per imprese che puntano alla qualità e al risultato. In Italia invece il dato è del tutto diverso. Nonostante dieci anni di riforma dei servizi per l’impiego e cinque anni di agenzie per il lavoro, ancora oggi meno del 10% degli italiani trova lavoro attraverso i servizi specializzati, considerando anche i lavoratori somministrati.
Questi dati e questi fenomeni, letti nel loro valore complessivo, segnalano la necessità di interventi di sistema, che vadano oltre i limiti del dibattito attuale.